Le Donne in rosa hanno una nuova casa. In una cornice unica nel suo genere, il lago della Burida, lo specchio d’acqua che si trova tra Pordenone e Porcia, e dove loro, con il dragon boat, non solo socializzano ma anche si allenano.
Una casa pensata proprio per accogliere le persone prima e dopo l’attività motoria. In particolare loro, le Donna in rosa – quelle operate al seno – che proprio alla Burida si aiutano a ritrovare se stesse. Da un punto di vista sia riabilitativo che psicologico.
Il taglio del nastro è avvenuto domenica mattina alla presenza del sindaco di Porcia, Marco Sartini, dell’assessore alle Politiche sociali del comune di Pordenone, Guglielmina Cucci, del vicesindaco di Cordenons, Andrea Serio, dalla consigliera regionale Lucia Buna e del presidente provinciale della Libertas di Pordenone, Ivo Neri, in qualità di rappresentante dell’ente di promozione sportiva che ha affidato al Gruppo Kayac canoa Cordenons la gestione dell’invaso.
Un impianto nautico, come ha voluto ricordare proprio Neri, “nato nove anni per volontà mia e di Mauro Baron, anima del Gk Cordenons, luogo di ritrovo di tantissimi sportivi. La casa in legno è stata realizzata, in particolare, per le Donne in rosa: un gruppo stupendo che qui, proprio sotto la guida di Baron, si allena e, al contempo, socializza”.
Non un impianto dedicato esclusivamente a migliorare le performance agonistiche ma – lo ha evidenziato Baron – “per garantire una vita migliore. Di conseguenza tutte le attività per i diversamente abili e le donne operate di carcinoma mammario sono diventate le sfide”.
Un posto, soprattutto, per stare insieme. “Parlare, stare in silenzio, stare in mezzo alla natura, darci una mano nei momenti di difficoltà e anche – ammette Silvia Targhetta delle Donne in rosa – fare riabilitazione. Un posto per tutti, non solo per noi, ma è nato con noi. Quindi c’è grande soddisfazione per essere giunte a questo traguardo”.